Arresti nel Foggiano, Melillo ‘la partita è appena iniziata’ (AudioPodcast)
La partita è appena iniziata con la criminalità foggiana, in particolare con l’organizzazione mafiosa foggiana, la ‘società’, che si rivela nella sua complessità, nel suo sistema estremamente sofisticato della organizzazione delle energie intorno a un gigantesco mercato degli stupefacenti come quello che ruota intorno alla città di Foggia: una organizzazione in grado di distribuire mensilmente oltre 50mila dosi cocaina al mese e quindi di far ruotare intorno a questo circuito criminale una straordinaria massa di denaro”.
Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, negli uffici della Distrettuale antimafia a Bari, commentando l’operazione ‘Game over’ che questa mattina ha portato a decine di arresti nel Foggiano.
Il denaro raccolto dalla ‘società’, ha spiegato il procuratore, “serve al sostentamento di un welfare per le spese di gestione dell’organizzazione criminale, alle mensilità dovute agli affiliati e alle famiglie degli affiliati detenuti”.
Questa operazione, ha sottolineato, “è solo un passo anche se molto importante per la decostruzione di un sistema criminale estremamente raffinato, con una sua struttura e collegamenti anche sul piano nazionale e internazionale, con canali di importazione importanti di stupefacenti. Le mafie foggiane hanno legami profondi con le altre organizzazioni criminali, in particolare con la ‘ndrangheta”.
Arresti nel Foggiano, vendita droga per 200mila euro al mese
I tre clan dominanti della ‘società’ hanno esercitato la loro “pressione mafiosa” per monopolizzare il traffico di cocaina a Foggia. Secondo quanto emerso dalle che hanno portato a circa 80 arresti, l’organizzazione criminale avrebbe pianificato dettagliatamente il traffico di cocaina attraverso continue riunioni in cui sono state determinate rigide regole; ha imposto il monopolio della vendita di cocaina in città mediante una forza intimidatrice derivante dal temuto spessore criminale dei soggetti al vertice dell’organizzazione direttamente investiti dagli storici capoclan. I profitti realizzati sono quantificabili in circa 200mila euro al mese tramite la vendita di 50mila dosi di cocaina. I clan tenevano minuziosamente la contabilità dei profitti derivanti dall’attività delle “squadre di spaccio”, riscuotendo il denaro mediante gli “addetti al giro inverso” presso gli spacciatori. I metodi di gestione del traffico di stupefacenti prevedevano l’attribuzione, all’interno del sodalizio, di ruoli ben definiti e per ciascuno. L’indagine che ha portato agli arresti è partita nel 2016 dopo l’omicidio di Roberto Tizzano e il ferimento di Roberto Bruno, esponenti del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. Per il delitto sono stati condannati in via definitiva Patrizio Villani, Cosimo Damiano Sinesi e Francesco Sinesi. Secondo quanto accertato dagli inquirenti il mandante dell’agguato fu stato Francesco Sinesi, in risposta al tentato omicidio, compiuto due mesi prima, di suo padre Roberto Sinesi, capo dell’omonimo clan. Il luogo del delitto, il bar “All’H24” alla periferia di Foggia, si è rilevato essere la base operativa del traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione eseguita oggi, denominata Game over rappresenta, hanno spiegato gli inquirenti in conferenza stampa, la prosecuzione nell’azione di contrasto dell’organizzazione mafiosa ‘società foggiana’ condotta anche con i blitz Decimazione, e Decimazione bis, che hanno fatto emergere le estorsioni delle organizzazioni criminali di Foggia a imprenditori e commercianti della città.