Arresti a Potenza, l’inchiesta sulle mazzette si allarga a “Matera 90”
Ancora giro di mazzette ipotizzato a Potenza e che coinvolge la Regione Basilicata per presunti favori nel precedente governo regionale. Si parla di corruzione in atti giudiziari e “dossieraggio” contro politici. I Pm hanno trasmesso gli atti al Gip e le novità potrebbero arrivare dagli interrogatori di garanzia non ancora fissati ma previsti per l’inizio della prossima settimana quando davanti al Gip compariranno l’avvocato Raffaele De Bonis, Biagio Di Lascio, segretario dell’ex governatore lucano Marcello Pittella (pure indagato e perquisito nell’inchiesta ma non per le stesse ipotesi degli arrestati) e il sottufficiale della Finanza Paolo D’Apolito, da giovedì scorso finiti ai domiciliari.
Dagli stessi interrogatori potrebbero emergere possibili ulteriori elementi rispetto l’ordinanza che evidenzia una serie di episodi, inclusa “Matera ‘90”. La Polizia avrebbe acquisito documentazione in regione segnando un avanzamento rispetto alla situazione fotografata nell’ordinanza.
Il tratto di unione con le vicende più dettagliatamente descritte nell’ordinanza è quel Vito Matteo Barozzi, patron della Cobar di Altamura che, stando alla tesi accusatoria, si sarebbe servito dell’avvocato De Bonis per intervenire su Di Lascio e, suo tramite, sulla Regione per ottenere lo sblocco di pagamenti per alcuni lavori. Lo stesso Barozzi era interessato anche al progetto «Matera 90» «il cui progetto – si legge nella richiesta di misure cautelari firmata dal Procuratore Francesco Curcio e il Pm Maria Cristina Gargiulo il 12 settembre – sembrerebbe essersi arenato per motivi ignoti negli Uffici della Regione Basilicata, ragion per cui De Bonis ha chiesto a Pittella, per il tramite del Di Lascio, di intervenire ed intercedere, come effettivamente accaduto, con il Direttore generale Marsico per “caldeggiare” lo sblocco della pratica. (GazzettaWeb)