Appalti a Matera, il gip respinge altri arresti ma ricompare la Cobar di Altamura tra gli indagati
Volevano arrestarne una trentina. Per i pm di Matera, titolari dell’inchiesta sulla presunta associazione a delinquere finalizzata alla gestione degli appalti pubblici, al conferimento di incarichi professionali, al voto di scambio, esisteva in città un’autentica centrale del malaffare. A distanza di oltre due anni dalla consumazione dei fatti, avvenuti secondo l’accusa tra la primavera e l’autunno del 2020, sussisteva evidentemente ancora il pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove da parte dei protagonisti della vicenda.
Il gip Valerio Sassone l’ha vista diversamente e ha accolto le richieste di arresto solo per l’ex dirigente ai Lavori Pubblici del Comune di Matera, Franco Gravina, in pensione da circa un anno, per il dirigente dell’Area tecnica della Provincia di Matera, Domenico Pietrocola, e per l’ingegnere Tommaso Di Bari. La Procura avrebbe chiesto l’arresto anche dell’ex sindaco Raffaello de Ruggieri, avvocato in pensione, 87 anni. Uno dei filoni dell’impianto accusatorio si basa su una rete di rapporti e di relazioni che aveva al centro il dirigente comunale dei lavori pubblici, impegnato nella predisposizione di una serie di progetti che l’Amministrazione de Ruggieri in scadenza di mandato (le elezioni si sono svolte nell’ottobre 2020) avrebbe voluto presentare alla città. Piazza della Visitazione, ampliamento della sede comunale, sede della casa delle tecnologie emergenti, nuovo plesso della scuola media Torraca: interventi inseriti nel Piano annuale e in quello triennale delle opere pubbliche dopo l’approvazione del consiglio comunale. E proprio per ottenere l’approvazione da parte di un’assemblea priva di una stabile maggioranza politica, Gravina si sarebbe adoperato per «allattare» i consiglieri più malleabili, attraverso la promessa di incarichi per piccoli lavori.
L’elenco delle opere pubbliche, in ogni caso, può essere emendato e modificato dal consiglio comunale e non costituisce un obbligo di azione politica per i futuri governi della città. Ne è prova il fatto che non si è svolta nessuna gara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori dei progetti approvati e che la Giunta Bennardi non ha finora portato avanti nessuna delle proposte lasciate in eredità dal precedente governo cittadino. Diversa la questione di Piazza della Visitazione. Per l’appalto dei lavori il Comune di Matera ha deciso di servirsi dell’aiuto della Provincia in qualità di stazione unica appaltante. In questo quadro si sarebbero inseriti coni d’ombra sui quali la Procura ha acceso i fari. Le indagini sono state fatte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziario della Guardia di Finanza di Matera.
Con la mannaja della giustizia che si è abbattuta sugli uffici tecnici comunali, fa bene il sindaco Bennardi a dirsi in «apprensione» dinanzi allo scenario «di un indebolimento ulteriore della macchina amministrativa relativamente alle misure interdittive di sospensione per un anno dall’esercizio di pubblico ufficio per due dipendenti dell’ufficio opere pubbliche del Comune». Il sindaco sa che c’è da gestire la grande partita del Pnrr, oltre alle riqualificazioni in stand by. In tutto questo , come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, ricompare , tra gli indagati ,anche il notissimo imprenditore altamurano Vito Barozzi il cui nome compare in un’altra clamorosa inchiesta sulla gestione della macchina amministrativa lucana. Parliamo del fascicolo di indagine della Procura di Potenza che nell’ottobre del 2019 porta all’arresto dell’avvocato Raffaele Mario De Bonis Cristalli ritenuto dagli inquirenti il collegamento tra le pubbliche amministrazioni e una serie di imprenditori. Nell’inchiesta potentina Barozzi si sarebbe rivolto a De Bonis per una serie di problemi non ultimo l’enorme credito che la Cobar di Barozzi vantava per lavori sullo Schema idrico Basento Tronco di Acerenza. In quella vicenda, come si ricorderà, comparve anche l’allora governatore Marcello Pittella.