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Melillo, armi da guerra intrecciano interessi terrorismo e mafie

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“La guerra è uno straordinario bacino di sperimentazione tecnologica: le armi elettroniche, i droni, gli esoscheletri di cui sentiamo parlare ogni giorno sono concetti che intrecceranno quelli del terrorismo e della criminalità organizzata”. Lo ha sottolineato a Bari, il procuratore nazionale antimafia e terrorismo, Giovanni Melillo, intervenendo all’evento di formazione organizzato dalla Scuola superiore della Magistratura e da Eurojust, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, giunta al suo ventesimo anno di attività. Melillo più volte durante la sua relazione ha fatto riferimento al conflitto internazionale in corso, ma anche a quello che hanno determinato altre guerre nell’alimentare le attività illecite transnazionali.


    “L’ utilizzo di droni in aree a forte presenza di organizzazioni terroristiche – aggiunge – è già sperimentato come meccanismo d’individuazione dell’obiettivo da colpire. Basta pensare a quanto avvenuto 30 anni fa con il conflitto dall’altra parte dell’ Adriatico, e cosa ha rappresentato in termini di spinta alla globalizzazione di fenomeni criminali che invece erano circoscritti in aree territoriali ristrette”.
    “Oggi la criminalità serba e quella albanese, infatti, sono player mondiali dei grandi traffici. Ma si può provare questo – sottolinea Melillo – anche per le nostre organizzazioni. La ‘Camorra’ ad esempio, che ha una struttura organizzativa più flessibile, con la capacità di adattarsi agli scenari bellici, assunse il monopolio dei grandi traffici del contrabbando del tabacco ma non solo, che servivano a finanziare il conflitto nella ex Jugoslavia”. 

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