Stellantis, i sindacati chiedono :In busta paga 153 euro di aumento
Il pieno recupero dell’inflazione, con un aumento in busta paga base dell’8,4%, pari a 153 euro medi al mese, nel 2023: è la richiesta contenuta nella piattaforma per il rinnovo del Contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) 2023-2026 di Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari presentata dai sindacati firmatari Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr. L’attuale contratto, nato più di dieci anni come contratto Fiat, scade a fine anno e riguarda circa 68 mila dipendenti dei gruppi.
Sul fronte industriale, intanto, Stellantis e l’australiana Gme Resources Limited hanno sottoscritto un memorandum d’intesa non vincolante per la futura vendita di ampie quantità di prodotti a base di solfato di cobalto e nichel per le batterie da NiWest Nickel-Cobalt Project, in Australia occidentale. NiWest è un progetto di sviluppo avanzato sul nichel-cobalto e produrrà circa 90.000 tonnellate annue di solfato di cobalto e nichel per batterie, destinate al mercato dei veicoli elettrici. La località per il centro di lavorazione NiWest si trova a circa 30 chilometri dall’impianto Murrin Murrin, di proprietà della Glencore, il più grande sito in Australia per l’estrazione di nichel-cobalto.
Tornando alla piattaforma sindacale, la richiesta è inoltre di un aumento del 4,5% nel 2024 e del 2,5% nel 2025, mentre per il 2026 i metalmeccanici spiegano di non avere ancora stime di riferimento attendibili. Tra le altre richieste, migliorare i premi aziendali e rafforzare gli strumenti di welfare, aumentare la formazione e, sull’orario di lavoro, rivedere i recuperi produttivi, estendere forme di flessibilità, prevedere tempi minimi per il richiamo dalla cassa integrazione, introdurre maggiorazioni aggiuntive per il lavoro del sabato. Il testo entro il 19 ottobre sarà sottoposto al voto delle Rsa di ciascun stabilimento. Dopo l’ok, la piattaforma sarà quindi inviata a Stellantis, Iveco, Cnh Industrial e Ferrari, per avviare «in tempi brevi» la trattativa di rinnovo del Ccsl. Per Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr il negoziato deve rappresentare anche l’occasione per «chiarire le missioni produttive» di tutti gli stabilimenti italiani, tutelando l’occupazione. La Fiom, non firmataria del Ccsl, ritiene invece necessario «unire lavoratori e sindacati» nel contratto nazionale perché «le condizioni che hanno portato al Ccsl non ci sono più». Mercoledì 19 ottobre riunirà i delegati dei gruppi Stellantis, Cnhi ed Iveco per approvare la propria proposta sul percorso contrattuale.