Concorsi pilotati all’Adisu Puglia:perquisizioni,indagato dg
Avrebbe falsificato titoli e truccato concorsi per pilotare l’assegnazione di incarichi all’Adisu, l’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario della Puglia, favorendo persone appartenenti al partito politico Sud al Centro oppure collegate all’Università telematica dove lavorava come docente.
Nei confronti del direttore generale dell’agenzia pugliese, Gavino Nuzzo, di 56 anni, i carabinieri di Bari hanno eseguito perquisizioni disposte dalla pm Savina Toscani “per la ricerca – spiega la Procura – di database, titoli abilitativi o altri documenti volti a riscontrare l’esistenza di accordi delittuosi che sarebbero stati posti in essere in occasione della pubblicazione dei vari bandi di concorso idonei ad alterare le procedure di gara”. Le perquisizioni sono state eseguite a Bari, Trani e Napoli.
L’ipotesi accusatoria è che il dg, docente di Economia e direttore amministrativo fino a pochi anni fa della università telematica Pegaso con sede a Napoli, “avrebbe turbato le procedure di gara volte all’assegnazione di posizioni di rilievo nonché, attestando il falso, nominato quale legale per la difesa dell’agenzia in un giudizio di appello il direttore scientifico dell’università”, Francesco Fimmanò, di 54 anni. Sia Fimmanò sia Nuzzo sono indagati.
Nuzzo, inoltre, avrebbe nominato le commissioni esaminatrici delle procedure concorsuali Adisu Puglia assegnando il ruolo di presidente anche a se stesso, così “garantendo l’assegnazione di incarichi, di nomine e di posizioni di impiego presso l’Adisu, turbando – secondo l’accusa – la regolarità delle gare e attribuendoli a soggetti appartenenti al partito politico Sud al Centro, ovvero collegati all’Università telematica e ai quali garantiva il conseguimento dei titoli abilitativi, presso la stessa università, necessari per ottenere gli incarichi o per partecipare ai concorsi banditi dall’Adisu”. Nei confronti dei due indagati sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di abuso d’ufficio, truffa aggravata e falso ideologico. I fatti contestati risalgono agli anni 2019, 2020 e 2021. In particolare al dg Nuzzo è contestato “in concorso con altri soggetti in corso di identificazione” di aver truccato almeno tre concorsi per la mobilità volontaria di quattro istruttori direttivi amministrativi, un istruttore direttivo contabile e tre istruttori amministrativi, oltre al concorso per due dirigenti amministrativi. Le indagini si concentrano sulla assunzione di due persone, entrambe ritenute componenti o parenti di componenti del movimento politico Sud al Centro. In un caso – evidenziano gli inquirenti – il candidato risultato vincitore del concorso era laureato alla Pegaso ed era un ex dipendente della Stp di Trani, di cui Nuzzo è sindaco effettivo del collegio sindacale.
Tra le vicende oggetto di verifica c’è anche il presunto smarrimento degli elaborati di una candidata durante uno dei concorsi ritenuti caratterizzati da “diverse anomalie” e “profili di illegittimità”. “Ulteriori profili di irregolarità”, si legge ancora nel provvedimento, riguardano il sorteggio dei membri della commissione del concorso da dirigente, immortalato anche in un video pubblicato sui social. Nel decreto, inoltre, la Procura sottolinea “il pericolo della prosecuzione delle condotte di reato” anche perché Nuzzo nel marzo 2019 è stato nominato dal cda dell’Adisu
Puglia “responsabile del servizio di prevenzione della corruzione, della trasparenza e della performance dell’ente, in tal modo – spiega la pm Toscani – creando un ulteriore pregiudizio al controllo di legalità e trasparenza dei provvedimenti e delle determine assunti dall’ente”.
A Fimmanò (non destinatario della perquisizione) la Procura di Bari contesta – in concorso con Nuzzo – la presunta illegittimità dell’incarico da difensore Adisu
in una causa d’appello, che gli avrebbe procurato un “ingiusto vantaggio patrimoniale”, nonostante – ritiene l’accusa – il “conflitto di interessi tra i due”, “ricoprendo entrambi incarichi professionali presso l’Università Pegaso”.
“È importante sottolineare – sottolinea la Procura – che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, e che l’eventuale colpevolezza degli indagati in ordine ai reati contestati dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti”.