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A Venosa ‘Tempesta’ , in scena nel castello Pirro del Balzo

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A Venosa nel castello Pizzo del Balzo è andata in scena “Tempesta” di Eneide e Virgilio, di Aurelio Gatti regista ed autore.

La rappresentazione ha aperto il Festival Teatri di Pietra 2021 programmata dall’Associazione Pa.Ga. Scenamediterraneo Potenza, dal Mibact ( Ministero per i Beni e le Attività Culturali ), dai comuni di Aliano, Venosa, Grumento Nova e Grottole, dalla BCC Laurenzana-Nova Siri, dalla Regione Basilicata  e dalla Comunità Montana Alta Val d’Agri.

“Tempesta”: sessanta minuti, un condensato bellissimo, un monologo di grande effetto, quello svolto da Sebastiano Tringali, coadiuvato da tre ancelle, spesso in balia delle onde, che tengono appesa una barca, nella quale i sentimenti spesso s’intersecano con il valore estrinseco della passione struggente.
Passione che le tre ancelle, Lucia Cinquegrana, Paola Saribas Valeria Busdraghi rendono vera, effervescente, quasi un decalogo di memorie di vita vissute nella tempesta, il vento che la fa da padrone in un elisir di profonde emozioni vissute all’insegna di un viaggio ricco di perigli e da affrontare con la massima circospezione.

Le carrette del mare usate come strumento per appassionare e eccitare gli spettatori, un vero e proprio connubio di sinergiche emozioni e momenti di trepidazione. Un revival tutto incantato, efficace, reso semplice dalla fulgida mano di Aurelio Gatti regista di fama nazionale.

Un percorso che vede il pubblico presente attento più che mai ad una parodia legata ai veri valori di un tempo, figli della memoria, di un viaggio quello riproposto in chiave emozionale dalla leggenda di Eneide e Virgilio in una sorta di empatica e costruttiva fuga verso la meta lontana. Una meta difficile da raggiungere viste le asperità legate al maltempo, al vento che imperversa e che rende difficile il cammino dei protagonisti. E nei ricordi che si miscelano nell’inquieto e recondito mostrar di un sentimento, quello della fuga verso mete lontane sempre complicato ma reso sinuosamente elegante dal monologo di Sebastiano Tringali, attore emiliano che recita a memoria una rappresentazione tutta da vivere e da rendere semplice come un passato mai nascosto.
E le memorie di vita vissuta s’interfacciano con la sconfinata parodia di emozioni che Aurelio Gatti mette insieme e le tre ancelle riescono a far diventare vita, vera, attuale grazie ad un sobrio e viscerale rapporto con la natura, il tempo e la vita.

Voce Mimmo Moramarco

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