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Nonostante le gelate in Puglia, le ciliegie sono di buona qualità

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Nonostante l’evento dell’8 e 9 aprile il raccolto, iniziato ai primi di maggio, si presenta copioso e di buona qualità. E secondo Confagricoltura Puglia i piccoli frutti rossi spuntano buoni prezzi all’origine, premiando il lavoro in frutteto.

Per le ciliegie in Puglia sarà un’ottima annata, sia come qualità che come quantità. Due caratteristiche che stanno collocando il prodotto in una fascia di prezzo equa, ripagando in questo modo gli investimenti e gli sforzi dei produttori di ciliegie pugliesi. Lo rende noto Confagricoltura Puglia che sottolinea come “il primo bilancio della campagna 2021 per questo prodotto riconosciuto per la sua straordinaria qualità in tutto il mondo è dunque positivo. La raccolta iniziata circa 14 giorni fa, i primi giorni di maggio, con la varietà Bigarreau, lascia pensare a una ottima annata complessiva, sia per i produttori che per i consumatori.

Dopo i primi giorni di raccolto a Bari i prezzi in campagna per le Bigarreau – produzione di massa – si erano attestati – secondo Ismea – intorno ad un valore medio di 8,50 euro al chilogrammo, per effetto dell’attesa di una brusca diminuzione del raccolto. Ma il 14 maggio i prezzi sono scesi intorno ai 4,25 euro al chilogrammo, proprio perché tale evento non si è verificato.

I produttori, adesso, sono in attesa di raccogliere i duroni della varietà Giorgia e poi la Ferrovia, la varietà nota e apprezzata in tutta Europa ed esportata in importanti mercati extracomunitari. Le ciliegie hanno un grande valore per il Nord barese dove è concentrata la maggior parte della produzione. Secondo una stima di Confagricoltura Puglia, la campagna, solo in quella zona, porterà un volume d’affari di circa 20 milioni di euro su un’area di circa 2.500 ettari. Una previsione, questa, che è solo una parte di una produzione più ampia che nel barese trova circa il 40% della produzione nazionale e circa 96% di quella regionale. I produttori pugliesi, così, si aspettano una buona annata che vada a ripagare il calo subito nel 2020 dovuto alle grandinate di fine marzo e alle forti piogge di inizio maggio. L’Italia produce circa 110mila tonnellate e la Spagna 95mila. Nell’ultimo decennio la coltivazione mondiale ha registrato un incremento del 60% (con i nuovi impianti soprattutto negli Usa e in Turchia) con un aumento di circa due milioni di tonnellate a livello mondiale. (A cura di Mimmo Pelagalli Agronotizie)

Mimmo Moramarco

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