Brindisi, l’ad di Enel: la fabbrica chiusa a gennaio 2021
Enel chiuderà tutti i suoi impianti a carbone in Italia entro il 2025 e sostituirla con un mix di rinnovabili» lo ha detto Carlo Tamburi amministratore delegato di Enel Italia Spa in audizione alla Camera sul tempa del Recovery Fund sottolinenado che «è importante avere le autorizzazioni relative alle chiusure del 2021». Dal primo gennaio, ha sottolineato chiuderemo il sito a carbone Brindisi 2, sempre nel 2021 chiuderemo gli impianti a carbone a Fusina e a La Spezia».
«Creeremo energia da rinnovabili e daremo energia da idrogeno all’Ilva» ha aggiunto Tamburi illustrando i piani di transizione energetica sulla quale sta lavorando Enel. Fra questi Enel punta a «decuplicare la capacità produttiva di pannelli fotovoltaici del sito di Catania».
Tra i progetti su cui Enel sta lavorando nel quadro del processo di transizione energetica è inclusa la creazione di energia rinnovabile finalizzata alla produzione di idrogeno per l’Ilva. Così Carlo Tamburi, amministratore delegato di Enel Italia, durante la sua audizione odierna in commissione Bilancio alla Camera sul Recovery fund.
Enel ha proposto al governo dieci progetti nel quadro delle strategie che sta portando avanti su temi come l’accelerazione delle rinnovabili, il processo per il rilascio delle autorizzazioni o l’economia circolare. Così Carlo Tamburi, amministratore delegato di Enel Italia, durante la sua audizione odierna in commissione Bilancio alla Camera sul Recovery fund. “Un progetto particolarmente importante riguarda il nostro impianto di Catania per la produzione di pannelli fotovoltaici, che oggi ha una capacità produttiva di circa 200 megawatt: riteniamo sia possibile decuplicare questo valore e dare il via alla produzione di idrogeno per l’Ilva”, ha spiegato. Un altro tema interessante, ha continuato, riguarda l’elettrificazione dei porti. “Abbiamo avanzato alcune proposte per fare sì che la mobilità delle navi da crociera e commerciali possa essere totalmente elettrificata, o comunque che non vengano utilizzati i motori ausiliari durante le soste in porto: ciò potrebbe avvicinarci a Spagna e Grecia e contribuire alla nascita di un polo europeo dei porti sostenibili”, ha concluso.