Emiliano posa pietra ospedale Monopoli
“Ora finalmente si comincia. Non era semplice arrivare a questo punto. Naturalmente siamo solo all’inizio di una sfida complessa che mi auguro possa essere vinta in tempi rapidi, nei mille giorni previsti. Ci auguriamo che tutto prosegua nella maniera più veloce possibile”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo alla cerimonia della posa della prima pietra per il nuovo ospedale di Monopoli-Fasano. “Il processo di costruzione di questa vicenda amministrativa non è stato facile – ha sottolineato – è stato un processo che abbiamo sorvegliato in maniera profonda e attenta. L’onestà va praticata nei fatti e non solo a parole. Ogni virgola di questa procedura amministrativa è stata messa sotto la lente di ingrandimento.
Tutto è stato trasparente e pulito”. “Diciamo – ha precisato – che questo ospedale potrà rappresentare l’immagine di una regione che non ha nulla a che vedere con quello che sta accadendo altrove”.
“Stiamo costruendo una sanità che ruota intorno ai pazienti – ha aggiunto il presidente – questo è l’ospedale al servizio di 264mila persone. Questo significa costruire l’eccellenza in sanità, eccellenza che non si raggiunge nei piccoli ospedali dove i numeri sono limitati. Le nuove teorie sulla sanità, che poi si traducono in leggi, ci dicono che l’eccellenza oggi è l’unico modo di fare sanità e di fare ospedale”. Per Emiliano, “oggi ha vinto il sistema complessivo della buona politica, quella in grado di rappresentare il territorio e gli interessi dei cittadini”. “Il modello sanitario sul quale stiamo lavorando dunque è rappresentato da questo ospedale – ha concluso Emiliano – noi continueremo a procedere sulla strada del risanamento dei conti della sanità pugliese che ci consentirà di assumere duemila medici e tremila operatori sanitari, e poi ci consentirà di fare gare per acquistare nuovi macchinari. Dentro di me sento un orgoglio profondissimo per essere colui che in Puglia riesce a fare una cosa del genere, contribuendo a scacciare l’idea di un sud straccione e piagnone”.(ANSA).